In Italia non è stato ancora raggiunta l’autosufficienza nazionale: esistono profondi squilibri tra le diverse regioni, per cui il divario fra l’effettiva raccolta e la necessità reale del sangue non trova compensazione.
Per sanare questo divario l’unica strada percorribile è quella della sensibilizzazione dei cittadini nei confronti della donazione volontaria e periodica del sangue e dei suoi emocomponenti.
Donare il sangue è un gesto di solidarietà e responsabilità ossia dire con i fatti che la vita di chi sta soffrendo mi preoccupa.
Nonostante i progressi tecnologici e scientifici, il sangue non è riproducibile in laboratorio.
Di solito si pensa che il fabbisogno di sangue e di emocomponenti si verifica solo in presenza di condizioni od eventi gravi ed eccezionali, come i terremoti, disastri od incidenti, ma non pensiamo mai che il sangue è indispensabile:
- nei servizi di primo soccorso e di emergenza
- in interventi chirurgici e trapianti di organo
- nella cura di malattie oncologiche
- nelle varie forme di anemia cronica
Ma sopratutto in Sardegna è maggiormente indispensabile per circa 1.000 nostri fratelli con Thalassemia che per VIVERE hanno bisogno ogni 15/20 giorni di alcune sacche di sangue.
Ecco perché il sangue è indispensabile alla vita.
Donare il sangue, anonimamente, volontariamente, gratuitamente, periodicamente e responsabilmente, come chiede l’Avis, rappresenta oggi la maggiore garanzia in termini di sicurezza trasfusionale.